Compito di realtà. Compito autentico. Compito autentico e compito di realtà. Compito di realtà esempi

Nel contesto educativo attuale si parla sempre più spesso di compito di realtà come strumento didattico e valutativo innovativo. Ma di cosa si tratta esattamente? Di seguito vedremo in modo chiaro e sintetico

  • cos’è un compito di realtà
  • in cosa somiglia o differisce da un compito autentico
  • come proporlo concretamente a scuola
  • esempi per la primaria, secondaria di I e II grado
  • l’importanza pedagogica di questi compiti
  • la connessione con le competenze chiave europee

Che cos’è un compito di realtà?

Un compito di realtà è un’attività didattica in cui si chiede agli studenti di affrontare un problema o progetto reale e complesso, il più possibile vicino a situazioni del mondo reale. In pratica è un incarico concreto che richiede di applicare conoscenze e abilità acquisite a scuola per ottenere un risultato tangibile al di fuori della classica esercitazione astratta. Ad esempio, invece di risolvere solo esercizi teorici, agli studenti può essere chiesto di risolvere una situazione problematica nuova in un contesto realistico, utilizzando ciò che hanno imparato in classe.

Questo tipo di attività coinvolge tipicamente competenze di diverse discipline in modo integrato, incoraggiando gli studenti a lavorare in gruppo, pianificare e prendere decisioni, risolvere problemi aperti e riflettere sul proprio operato.

In ambito pedagogico, il compito di realtà rientra nelle metodologie della valutazione autentica. Non a caso – e sebbene scorretto! – in italiano il termine compito autentico è spesso usato come sinonimo di compito di realtà.

Entrambi indicano prove significative che mirano a mettere in gioco conoscenze, abilità e competenze degli studenti in situazioni non routinarie. Ad esempio, progettare la copertura mediatica di un evento locale in classe di italiano o risolvere un problema ambientale del quartiere in scienze sono compiti ben più “autentici” e motivanti rispetto a un test a risposte chiuse. Un compito di realtà, in particolare, si caratterizza per il fatto di avere un legame diretto con la vita reale: ciò che lo studente fa nell’attività ha un effetto concreto o una destinazione reale (un output utile al di fuori della sola valutazione scolastica). Questo lo distingue dal semplice problema teorico o esercizio astratto del libro di testo, rendendo l’apprendimento più significativo e vicino all’esperienza degli studenti.

Compito autentico e compito di realtà: somiglianze e differenze

Sebbene spesso usati in modo intercambiabile, i concetti di compito autentico e compito di realtà non sono perfettamente sovrapponibili. In breve, il compito di realtà è una particolare tipologia di compito autentico.

Ogni compito di realtà è quindi un compito autentico, ma non ogni compito autentico coinvolge un’azione reale concreta. Un compito autentico può infatti essere anche solo simulato mentalmente o su carta, purché sia complesso, aperto e rilevante; al contrario, si parla di compito di realtà quando l’attività didattica esce dalla simulazione e ha ricadute dirette in un contesto reale.

In altre parole, un compito autentico può riferirsi al mondo reale (e in tal caso diventa un compito di realtà) ma non necessariamente lo fa.

Ciò che accomuna entrambi è l’enfasi sulle competenze e sul coinvolgimento attivo degli studenti; ciò che li differenzia è il grado di autenticità intesa come connessione concreta con la realtà extrascolastica.

Di seguito una tabella sintetica che mette a confronto compito autentico e compito di realtà, evidenziandone differenze e somiglianze principali:

AspettoCompito autenticoCompito di realtà
DefinizioneProva complessa e aperta che integra conoscenze e abilità in un contesto significativo (reale o simulato), per dimostrare competenze acquisite.Particolare compito autentico svolto in una situazione reale e concreta, con un prodotto/azione che incide sul mondo reale (contesto autentico effettivo).
Relazione con la realtàAttinenza al reale, ma anche tramite simulazione: la situazione proposta può riflettere la vita reale dello studente, ma talvolta è solo ipotetica. Ad esempio, può richiedere di risolvere un problema verosimile senza uscire dall’aula.Immersione nel reale: la situazione è vera o concretamente attuata. Prevede spesso un pubblico o destinatario reale esterno alla classe e un impatto tangibile (esempio: risolvere un problema vero della scuola/comunità, creare qualcosa che verrà davvero utilizzato).
Finalità didatticaValutare e sviluppare competenze in modo autentico, rilevando la capacità di trasferire il sapere in contesti pratici. Migliora motivazione e significatività dell’apprendimento rispetto alle verifiche tradizionali.La medesima finalità di sviluppare competenze in modo significativo, con in più il vantaggio di collegare direttamente scuola e vita reale. Il compito di realtà enfatizza cittadinanza attiva e responsabilità, facendo sentire gli studenti protagonisti reali del loro apprendimento.
Esempio tipicoEsempio: far pianificare una gita scolastica ipotetica, rispettando vincoli di budget, tempo e percorso: compito complesso e realistico, ma svolto solo come esercizio in classe.Esempio: far organizzare la gita reale di fine anno della classe, con contatti effettivi con fornitori, calcolo di costi reali e presentazione del piano ai genitori: l’attività diventa reale e produce un risultato concreto (l’uscita realmente effettuata).

Come si vede, il compito autentico e il compito di realtà condividono l’approccio basato su problemi realisti e competenze, ma il compito di realtà spinge l’autenticità un passo oltre, richiedendo un’azione concreta nel mondo reale. In entrambi i casi l’allievo è chiamato a mobilitare conoscenze interdisciplinari, a collaborare con i compagni e a usare pensiero critico e creativo per raggiungere un obiettivo non banale. La differenza sostanziale sta nella dimensione pratica: il compito autentico simula la realtà, il compito di realtà la realizza.

Esempi di compiti di realtà nella scuola primaria

Nella scuola primaria, i compiti di realtà devono essere adeguati all’età e legati all’esperienza concreta dei bambini. L’obiettivo è rendere l’apprendimento vivo e significativo fin da piccoli, coinvolgendoli in attività utili e motivanti. Di seguito proponiamo alcuni esempi discorsivi di compiti di realtà per la primaria, toccando diverse discipline (matematica, italiano, scienze, geografia) e anche aspetti trasversali.

Compito di realtà di matematica scuola primaria

In matematica, ad esempio, si può organizzare un mercatino di beneficenza a scuola. Gli alunni progettano e allestiscono un piccolo banchetto per vendere oggetti creati da loro (disegni, lavoretti manuali, dolcetti). Devono stabilire i prezzi in euro, fare semplici conti per il resto, gestire un budget e tenere la contabilità del ricavato. Questo compito di realtà li porta a esercitare operazioni aritmetiche in un contesto pratico e divertente, sviluppando al contempo abilità sociali (accoglienza dei “clienti”, collaborazione nei gruppi di lavoro). Il risultato è concreto: il ricavato del mercatino può essere davvero devoluto in beneficenza o reinvestito in materiali per la classe, dando ai bambini il senso di aver fatto qualcosa di reale e utile. In termini di geografia e educazione civica, inoltre, possono riflettere sulla destinazione solidale del denaro e sul legame con il territorio (ad esempio aiutare un ente locale).

Compito di realtà di italiano scuola primaria

In italiano, un’idea di compito di realtà per la primaria è far creare agli studenti un libro di fiabe illustrato destinato ai bambini più piccoli. Gli alunni inventano storie originali, le scrivono con linguaggio adatto a un pubblico dell’infanzia e realizzano disegni o collage per illustrarle. Successivamente rilegano il libro in copie e vanno a leggere le fiabe ai bambini della scuola dell’infanzia o delle prime classi. In questo modo l’attività di scrittura creativa diventa autentica: i testi prodotti hanno un pubblico reale (i bambini ascoltatori) e uno scopo concreto (intrattenere ed educare i più piccoli). I giovani scrittori della primaria vedono così valorizzato il proprio lavoro e sviluppano competenze linguistiche (saper adeguare il registro al destinatario), artistiche e relazionali. Un compito del genere coinvolge anche la dimensione emotiva ed empatica, poiché i bambini sperimentano cosa significa trasmettere qualcosa a qualcun altro con ciò che hanno creato.

Compito di realtà interdisciplinare di scienze e geografia scuola primaria

Un altro esempio trasversale per la primaria, che tocca scienze e geografia, potrebbe essere il progetto “orto scolastico”. Gli studenti, guidati dall’insegnante, allestiscono un piccolo orto nel giardino della scuola. Si suddividono i compiti: c’è chi prepara il terreno, chi semina ortaggi o piante aromatiche, chi si occupa di innaffiare e tenere un diario della crescita. In questo compito di realtà i bambini applicano conoscenze di scienze (ciclo di vita delle piante, esigenze di luce e acqua, stagionalità) e al tempo stesso usano la matematica (misurare la crescita in centimetri, contare i giorni, fare semplici grafici di andamento). La geografia entra in gioco quando si parla di clima locale e di caratteristiche del suolo, mentre l’italiano è coinvolto nella redazione del diario di bordo o di cartellini descrittivi per le piante. Il prodotto finale è tangibile: un orto vero, che può dare verdure da raccogliere o spezie da utilizzare in cucina. Gli alunni possono presentare il loro orto ai genitori durante una visita o scrivere un breve articolo sul giornalino scolastico per raccontare l’esperienza. In questo modo un’attività pratica si trasforma in un potente compito di realtà, sviluppando nei bambini senso di responsabilità, lavoro di squadra e cura per l’ambiente, oltre alle competenze disciplinari previste.

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Esempi di compiti di realtà nella scuola secondaria di primo grado

Passando alla scuola secondaria di primo grado, i compiti di realtà possono farsi più articolati, dato che i ragazzi hanno acquisito maggiori conoscenze di base e una crescente autonomia. In questa fascia d’età è importante proporre attività vicine al loro mondo e alle loro esperienze quotidiane di preadolescenti, così da mantenerne alta la motivazione. Di seguito descriviamo alcuni esempi di compiti di realtà adatti alla secondaria di I grado, toccando materie come matematica, scienze, italiano, geografia e ambiti multidisciplinari.

Compito di realtà di matematica e scienze scuola secondaria di primo grado

In matematica e scienze, un valido compito di realtà può consistere nel pianificare e gestire un evento scolastico – ad esempio la festa di fine anno – dal punto di vista logistico-quantitativo. Gli studenti, divisi in gruppi, ricevono l’incarico di organizzare un aspetto della festa: c’è chi calcola quante bevande e snack serviranno per un certo numero di partecipanti, chi fa un preventivo dei costi totali e chi prepara un semplice piano di approvvigionamento. Questo implica usare competenze matematiche (calcolo di quantità, proporzioni, gestione del budget) in una situazione reale. Ad esempio, per decidere quante bottiglie di bibite acquistare, i ragazzi dovranno stimare il consumo medio pro capite e moltiplicarlo per il numero degli invitati, tenendo conto dei prezzi unitari. I risultati di questi calcoli non restano teoria: vengono effettivamente utilizzati per fare un ordine alla segreteria o ai fornitori (compilando moduli reali, proprio come farebbe un adulto). Parallelamente, sul versante scientifico, un altro gruppo può occuparsi di prevedere e allestire la raccolta differenziata durante la festa, applicando conoscenze di scienze ambientali (riduzione dei rifiuti, riciclo) e valutando soluzioni sostenibili. Tutto il progetto coinvolge capacità di problem solving, collaborazione e decision making. Alla fine la festa si svolgerà concretamente sulla base del piano ideato dagli studenti: la riuscita dell’evento costituirà il riscontro reale del loro lavoro, rendendo l’apprendimento memorabile.

Compito di realtà di italiano, educazione civica, tecnologia, lingua inglese per scuola secondaria di primo grado

In italiano, un compito di realtà adatto alle medie potrebbe essere la realizzazione di un giornalino scolastico (o di un blog di classe). In questo progetto, gli studenti simulano la redazione di un piccolo giornale: scelgono gli argomenti, scrivono articoli, curano interviste e rubriche, e infine distribuiscono il giornalino ai compagni o lo pubblicano sul sito della scuola. Si tratta di un’attività autentica che coinvolge competenze linguistiche (scrittura argomentativa, capacità di sintesi, padronanza dell’italiano), ma anche abilità sociali e civiche. Ad esempio, gli alunni possono intervistare figure reali (il Dirigente scolastico, i genitori, persone del quartiere) per poi riportare le loro voci negli articoli, oppure scrivere recensioni di eventi culturali locali a cui hanno realmente partecipato. Un simile compito di realtà spinge i ragazzi a confrontarsi con scadenze e ruoli (redattore, correttore, grafico), proprio come in una vera redazione, e il prodotto finale – il giornalino – ha una diffusione concreta nella comunità scolastica. Oltre all’italiano, vengono coinvolte altre discipline: l’educazione civica (per trattare temi di attualità o di interesse sociale nel giornale), la tecnologia (per l’impaginazione grafica o la pubblicazione online) e volendo anche le lingue straniere (inserendo ad esempio una piccola sezione in inglese). Il valore aggiunto è che gli studenti vedono pubblicato e letto il proprio lavoro, sperimentando in prima persona cosa significa informare e comunicare in modo responsabile.

Compito di realtà interdisciplinare per la scuola secondaria di primo grado

Un ultimo esempio trasversale per la secondaria di primo grado: il progetto “adotta un monumento” in ambito storico-geografico. In questo scenario, la classe sceglie un monumento, un edificio storico o un luogo caratteristico del proprio paese/città. Il compito di realtà consiste nel diventare “esperti” e promotori di quel luogo. Gli studenti svolgono ricerche sulla sua storia (coinvolgendo storia e geografia, magari con uscite sul territorio o visite guidate), raccolgono informazioni e aneddoti, e preparano materiali informativi. Divisi in gruppi, possono realizzare diversi prodotti: ad esempio un depliant turistico in italiano e inglese con testi e fotografie originali, una presentazione multimediale da mostrare in consiglio comunale o una visita guidata rivolta ai genitori e ad altre classi. Alcuni possono anche proporre migliorie (es. tenere pulita l’area, apporre un cartello descrittivo se manca) interagendo con le istituzioni locali. Questo progetto multidisciplinare tocca geografia (orientarsi e conoscere il territorio), storia e patrimonio culturale, italiano e lingue (produzione di testi divulgativi), arte (cura dell’aspetto estetico dei materiali) ed educazione alla cittadinanza. L’impatto reale è forte: gli studenti non solo apprendono contenuti, ma diventano attori attivi nella valorizzazione del proprio territorio, mettendo le proprie idee in dialogo con la comunità. L’adozione simbolica del monumento li responsabilizza e li appassiona, facendo capire come ciò che imparano a scuola può avere un risvolto concreto fuori dalla scuola.

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Esempi di compiti di realtà nella scuola secondaria di secondo grado

Nella scuola secondaria di secondo grado (scuole superiori) i compiti di realtà assumono un carattere ancora più sofisticato e specializzato, adeguato a studenti adolescenti e giovani adulti. In questo contesto, le attività possono riflettere problemi reali della società, del territorio o simulare compiti professionali, preparando gli studenti al mondo del lavoro e della cittadinanza attiva. Vediamo alcuni esempi di compiti di realtà per le superiori, spaziando tra discipline scientifiche, letterarie, storiche e includendo anche la filosofia, che a questo livello entra a far parte del curricolo.

Compito di realtà area scientifico – matematica per la scuola secondaria di secondo grado

In area scientifica e matematica, un compito di realtà adatto a un liceo o istituto tecnico potrebbe essere quello di condurre un’indagine statistica ambientale sul territorio. Ad esempio, gli studenti di una classe potrebbero rilevare la qualità dell’aria in diversi punti della città o del quartiere (misurando parametri come il particolato fine tramite sensori, oppure raccogliendo dati disponibili da centraline locali) e analizzare i risultati con strumenti matematici. Divisi in team, applicano conoscenze di scienze (chimica dell’atmosfera, biologia se collegata alla salute, geografia se consideriamo la distribuzione spaziale) e competenze di matematica nel calcolo di medie, percentuali, nella rappresentazione grafica e nell’analisi statistica dei dati raccolti. Il compito di realtà non finisce con l’analisi: i ragazzi elaborano un rapporto scientifico sui livelli di inquinamento rilevati e formulano proposte concrete di miglioramento (ad es. piantumazione di alberi, giornate “senza auto”, sensibilizzazione della cittadinanza). Questo rapporto viene quindi presentato in un’assemblea aperta alla comunità scolastica e, possibilmente, inviato al Comune o pubblicato sul giornale locale. Così facendo, l’attività diventa un’esperienza reale di cittadinanza scientifica: gli studenti sperimentano il metodo scientifico sul campo, esercitano il pensiero critico sui dati e comunicano risultati e idee a un pubblico vero. Compiti di realtà di questo tipo contribuiscono a sviluppare competenze STEM applicate e insieme la consapevolezza civica e ambientale.

Compito di realtà ambito umanistico per la scuola secondaria di secondo grado

In ambito umanistico, un esempio coinvolgente può nascere dalla filosofia unita alle competenze argomentative apprese in italiano e storia. Si potrebbe organizzare un dibattito pubblico filosofico su un tema etico di attualità (ad es. “È giusto limitare la libertà individuale per il bene collettivo?” oppure “Intelligenza artificiale: progresso o minaccia?”). Gli studenti, dopo aver studiato in filosofia le teorie e i pensatori rilevanti (ad esempio il concetto di libertà in Kant o Mill, i dilemmi etici legati alla tecnologia), preparano argomentazioni strutturate pro e contro la tesi scelta. Il compito di realtà consiste nel mettere in scena un vero e proprio dibattito aperto, invitando magari anche un pubblico esterno (altri studenti, genitori, docenti) come auditorio. Alcuni studenti assumono il ruolo di oratori che difendono le diverse posizioni, altri moderano l’incontro o raccolgono domande dal pubblico. Questa attività rientra nella metodologia del debate ed è un autentico banco di prova per le loro capacità di argomentazione, pensiero critico e public speaking. La filosofia esce dal libro per calarsi nella realtà: i ragazzi imparano a collegare i grandi temi teorici alla vita concreta e alla società contemporanea, confrontandosi civilmente su questioni controverse. Il risultato è duplice – da un lato una crescita nelle competenze oratorie e di ragionamento, dall’altro una maggiore consapevolezza personale sulle proprie idee e sui valori discussi. Un prodotto concreto potrebbe essere la registrazione video del dibattito, da condividere magari sul sito della scuola come materiale ispiratore per altri (un podcast filosofico, ad esempio, o un articolo riassuntivo scritto dai ragazzi per il giornalino d’istituto).

Compito di realtà multidisciplinare scuola secondaria di secondo grado

Un ulteriore esempio di compito di realtà a livello di secondaria di II grado, di carattere multidisciplinare, è la simulazione di un’impresa giovane o project work imprenditoriale. Questo tipo di attività è spesso promosso negli istituti tecnici e professionali (si pensi ai progetti di impresa formativa simulata), ma può essere adattato a qualsiasi scuola superiore come esperienza di PCTO (ex alternanza scuola-lavoro) interna. La classe viene sfidata a ideare e sviluppare un prodotto o servizio innovativo: ad esempio progettare un oggetto ecosostenibile, oppure organizzare un evento culturale aperto al pubblico. Gli studenti assumono ruoli specifici (manager, responsabile marketing, addetto comunicazione, sviluppo prodotto, etc.) e lavorano in gruppo per realizzare il progetto. Devono stendere un business plan di base (con elementi di economia e matematica per i costi e prezzi), curare la parte creativa e tecnica (competenze artistiche, tecnologiche o scientifiche a seconda del prodotto ideato) e infine presentare il tutto in una fiera o pitch finale davanti a insegnanti e possibili stakeholder. Questo compito di realtà è estremamente completo: integra conoscenze di diversi campi, sviluppa lo spirito di iniziativa e imprenditorialità negli studenti e li mette di fronte a problemi reali di organizzazione, comunicazione e lavoro di squadra. La pressione di dover presentare un risultato concreto entro una scadenza li motiva a dare il meglio, e l’eventuale interazione con enti esterni (aziende partner, comune per autorizzazioni se c’è un evento pubblico, ecc.) aggiunge autenticità all’esperienza. Anche se l’impresa è simulata, il percorso è reale e insegna sul campo competenze preziose per il futuro professionale oltre che personale dei ragazzi.

L’importanza pedagogica dei compiti di realtà e le competenze chiave europee

I compiti di realtà non sono solo attività accattivanti: rivestono una grande importanza pedagogica, in quanto allineati con un insegnamento per competenze e con le indicazioni educative europee. Secondo gli esperti, infatti, compiti di questo genere rappresentano uno spazio privilegiato in cui osservare, praticare e sviluppare competenze complesse. A differenza delle verifiche tradizionali, che spesso misurano nozioni in modo isolato, un compito di realtà permette di valutare sia le competenze disciplinari sia quelle chiave di cittadinanza degli studenti. Mettendo i ragazzi di fronte a problemi reali, si stimola l’utilizzo integrato di conoscenze (il sapere), abilità pratiche (il saper fare) e atteggiamenti personali (il saper essere), che insieme costituiscono le competenze. Inoltre, poiché queste attività si svolgono in un arco di tempo esteso e in contesti sociali (spesso con lavoro di gruppo), il docente può valutare non solo il prodotto finale, ma anche il processo: come gli studenti collaborano, prendono decisioni, affrontano gli imprevisti e riflettono sull’esperienza. Questo tipo di valutazione autentica è molto più formativa e orientata alla crescita rispetto al voto di un test a scelta multipla.

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Dal punto di vista delle competenze chiave europee per l’apprendimento permanente, i compiti di realtà forniscono un contributo concreto al loro sviluppo. La Raccomandazione UE individua 8 competenze chiave (dalla competenza alfabetica funzionale, a quella matematica e scientifica, digitale, personale, civica, imprenditoriale, ecc.), tutte considerate essenziali per i cittadini del XXI secolo. Ebbene, una singola attività di compito di realtà ben progettata può attivarne contemporaneamente diverse. Ad esempio, un progetto come l’orto scolastico o la mini-impresa simulata sviluppa lo spirito di iniziativa e imprenditorialità (i ragazzi imparano a pianificare e realizzare progetti), migliora le competenze sociali e civiche (collaborazione, rispetto dei ruoli, partecipazione alla comunità), esercita la competenza matematica e scientifica in situazioni concrete, e spesso coinvolge la competenza digitale (si pensi all’uso di strumenti online per ricerche, presentazioni o grafici) nonché la competenza alfabetica nella madrelingua (comunicare efficacemente per iscritto e oralmente). In termini pedagogici, dunque, i compiti di realtà incarnano un approccio olistico all’apprendimento: collegano teoria e pratica, scuola e mondo esterno, testa e mani, promuovendo negli studenti un apprendimento significativo e duraturo.

In conclusione, integrare regolarmente i compiti di realtà nella didattica, sia nella scuola primaria che secondaria di I e II grado, significa offrire agli studenti opportunità di crescita più autentiche e motivanti. Essi vedono un senso concreto in ciò che imparano e sviluppano le competenze chiave che saranno fondamentali nella loro vita adulta. Per noi docenti, progettare un compito di realtà richiede creatività e cura nella preparazione, ma i benefici ripagano lo sforzo: una classe impegnata in un compito autentico è una classe viva, in cui ogni alunno può mettere in gioco i propri talenti e sentirsi parte attiva del processo di apprendimento. I compiti di realtà rappresentano quindi un ponte efficace tra il sapere scolastico e la realtà di fuori, aiutando a formare studenti competenti, cittadini consapevoli e persone in grado di affrontare le sfide del futuro.

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